Ora è ufficiale, impossibile votare prima dell’autunno per problemi
tecnici. Solo il consiglio potrebbe sbloccare l’iter. Martedì vertice di
maggioranza
PORDENONE. Non c’è altra possibilità: il referendum sul nuovo ospedale
può essere fatto entro giugno solo se lo chiede il consiglio comunale.
Ad attestarlo la relazione con la quale il segretario generale del
Comune, Paolo Gini, ha “congelato” l’iter procedurale dopo il deposito
del quesito in quanto la commissione dei garanti, prevista dal
regolamento, è monca per l’assenza della figura del difensore civico mai
istituita in Comune e abrogata dalla Regione. Un impedimento tecnico
che rilancia la palla alla politica già chiamata a scegliere, dopo la
seduta delle commissioni consiliari riunite: lunedì il vertice del Pd,
il giorno dopo quello di maggioranza.
L’inghippo. Dopo il deposito del quesito spetta al
comitato dei garanti dichiararne l’ammissibilità. L’organismo, a norma
di regolamento, è composto dal segretario generale, dal presidente del
tribunale e dal difensore civico, comunale o regionale, che manca.
«Non ci sono incertezze interpretative - spiega Gini - perché il
regolamento stabilisce che la commissione dei garanti per deliberare ha
necessità della presenza di tutti i componenti. Ciò non può avvenire per
l’assenza del difensore civico e quindi questo blocca tutto. Come ho
spiegato nella mia relazione, va modificato l’articolo 4 del regolamento
prevedendo una nuova composizione della commissione».
Dal punto di vista dei tempi ci vorranno almeno 40 giorni: la delibera
deve passare in commissione e quindi essere approvata dal consiglio con
una maggioranza qualificata. Una volta dichiarata l’immediata
eseguibilità, va pubblicata per 15 giorni. Si arriva, in sostanza, a
metà aprile. Da quel momento scattano i 20 giorni di tempo dati alla
commissione per esprimersi.
Se il quesito sarà chiarato ammissibile, i referendari hanno 60 giorni
di tempo per raccogliere le firme. Si arriva, in sostanza, ai primi
giorni di luglio. Ma non basta. Sempre la commissione ha 10 giorni di
tempo, dal deposito delle firme, per vagliarle e quindi trasmess la
delibera entro 7 giorni al sindaco che la pubblica all’albo pretorio per
15 giorni. In considerazione anche del fatto che i referendum, sempre a
norma di regolamento, si possono tenere tra aprile e giugno o settembre
e novembre si arriva all’autunno inoltrato.
Il consiglio. Caso diverso se, come chiesto dai
referendari, l’assemblea municipale si farà carico del quesito, ma deve
deliberare con una maggioranza di due terzi, ovvero 27 consiglieri.
Approvata la delibera il sindaco ha 3 mesi di tempo per indire la
consultazione che a questo punto si potrebbe tenere tra fine maggio e
giugno. Una richiesta, quest’ultima, che viene formalizzata anche dalla
segreteria provinciale di Rifondazione comunista.
Maggioranza. Una strada che, allo stato, potrebbe
raccogliere consensi nel Pd, ma non nel Fiume e in Vivo Pn che
considerano comunque potestà del consiglio la materia. Tra l’altro
spetta alla stessa commissione dei garanti giudicare se l’eventuale
approvazione dell’accordo di programma (che avviene in un’unica seduta,
senza il doppio esame come per le varianti urbanistiche) “supera” la
richiesta referendaria. Commissione, per l’appunto, che potrebbe
esprimersi solo a fine aprile.
Lunedì si terrà il vertice del Pd, dove sono molti i mal di pancia,
mentre il giorno dopo avrà luogo l’incontro di maggioranza.
L’autorizzazione alla sottoscrizione dell’accordo dovrebbe andare in
giunta venerdì, una linea ormai sposata dal sindaco.
Scelta civica. Il consigliere regionale, Gianfranco
Moretton, reitera la richiesta che si decida dopo il voto. «Non si
capisce - afferma - quali siano le ragioni di una accelerazione di tal
fatta, considerato che negli ultimi 5 anni nessuno si è mai agitato così
tanto».
Moretton si augura che non si voglia fermare il referendum e invita a
lasciare decidere la prossima giunta sul progetto finanziario del nuovo
ospedale». Infine il tema dell’attuale area di via Montereale: «Non è
che si è già deciso di realizzare altri appartamenti, svalutando i tanti
che già esistono?».
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