All’indomani del referendum del 12 e 13 giugno 2011, i forum nazionali e
regionali dei movimenti dell’acqua avevano “pesato” intelligentemente
il successo plebiscitario dell’esito referendario affermando che la loro
attività sarebbe proseguita in qualità di garanti dell’effettivo
rispetto della volontà popolare.
Dalla Toscana arriva una notizia che
si inserisce a pieno nel processo di ripubblicizzazione di molte
municipalizzate (o presunte tali) dei servizi idrici.
Proprio in concomitanza con la Giornata mondiale dell’acqua, festeggiata lo scorso venerdì, il Tar della Toscana
ha accolto il ricorso presentato dai forum in difesa dell’acqua
pubblica nei confronti delle tariffe proposte dai gestori dopo il
referendum.
Nelle bollette, infatti, compare la voce “remunerazione del capitale investito”
che il voto popolare aveva abrogato quasi due anni fa. Il ragionamento è
semplice: se l’acqua è un bene pubblico non può dare lucro, dunque non
ci può essere “remunerazione del capitale investito”. Le bollette, in
sostanza, devono servire a pagare le spese di gestione delle reti,
dell’amministrazione e del personale, ma non i dividendi agli eventuali azionisti.
Il
Forum italiano dei movimenti per l’acqua aveva sempre sostenuto
l’illegittimità delle bollette post referendarie, tanto da indire la Campagna di Obbedienza Civile,
nella quale i cittadini sono stati invitati ad autoridursi la bolletta
pagando la bolletta coerentemente con l’esito del referendum.
Nella
sentenza del Tar i criteri di remunerazione sono travolti “dalla
volontà popolare abrogatrice”. Secondo il Forum la sentenza sembra
destinata a conferire ulteriore slancio ai processi di ripubblicizzazione dell’acqua in atto in molte città italiane.
Nel
2011, dopo il referendum, l’ex Autorità di ambito (ATO2) composta dai
56 sindaci del Basso Valdarno aveva approvato, due delibere (n. 12 e n.
13) in contrasto con l’esito del referendum. Ora il Tar ha rimesso le
cose a posto, ma il Forum dei movimenti per l’acqua non smobilita, anzi,
sta già lavorando affinché i gestori restituiscano il surplus di denaro
incassato illegittimamente sulle bollette inclusive della
“remunerazione del capitale investito” e i consumatori che hanno aderito
all’azione di Obbedienza Civile si vedano annullare le lettere di messa
in mora.
Che cosa succederà adesso? La sentenza - ha spiegato Francesco Torselli,
consigliere comunale di Firenze - se da una parte ci fa assolutamente
gioire, dall'altra potrebbe aprire le porte all'ennesima anomalia:
a leggere quanto riportato dalle agenzie sul pronunciamento del TAR,
chi ha pagato correttamente le bollette, rispettando leggi, regole e
scadenze, rischia infatti di essere, come si dice a Firenze, "becco e
bastonato". Il TAR avrebbe infatti ritenuto nel giusto quei cittadini
che, a seguito dall'esito referendario, hanno scelto di non pagare più l'intera somma delle bollette recapitate,
ma di decurtarsi "da soli" la parte riguardante la remunerazione del
capitale investito abolito dai referendum".
"Non tutti - prosegue l'esponente di Fratelli d'Italia - hanno però le
conoscenze, le capacità e soprattutto la volontà di scegliere la via
della disobbedienza civile. Questo però non può e non deve voler dire
che chi ha pagato correttamente oggi deve essere penalizzato!".
La
battaglia per le associazioni dei consumatori non sembra quindi finita
con la sentenza del Tar. In attesa di nuovi sviluppi, chi è stato ligio
dovrà accontentarsi per il momento di una vittoria di principio.
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