Programma di Alternativa-Politica

domenica 17 novembre 2013

Riina ordina: "Uccidete Di Matteo" (E adesso il CSM da che parte sta?)

Nel mirino anche i pm della trattativa e Scarpinato.
di Giorgio Bongiovanni e Aaron Pettinari - 13 novembre 2013
Il “capo dei capi”, Salvatore Riina, è tornato a far sentire la propria voce. Lo avrebbe fatto da dietro le sbarre, detenuto al 41 bis, con poche parole urlate ad un compagno di carcere qualche giorno fa: “Di Matteo deve morire. E con lui tutti i pm della trattativa, mi stanno facendo impazzire”.
Le parole sarebbero state sentite da un agente della polizia penitenziaria che ha immediatamente avvertito i superiori. A dare la notizia è oggi il quotidiano La Repubblica e chiaramente le nuove minacce alimentano a far puntare i fari attorno al sostituto procuratore di Palermo e tutto il pool che sta seguendo le indagini sulla trattativa Stato-mafia, ovvero il procuratore aggiunto Vittorio Teresi ed i sostituti Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene.
Secondo quanto riferito dal quotidiano lunedì scorso si è riunito il comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Francesca Cannizzo.
E per Di Matteo si sarebbe valutata anche la soluzione estrema di un trasferimento in una località segreta assieme alla famiglia. Lo stesso che accadde per i giudici Falcone e Borsellino quando vennero trasferiti all'Asinara con i familiari per ultimare in sicurezza la stesura dell'atto d'accusa del maxi processo.
Già in estate il livello di sicurezza di Antonino Di Matteo era stato innalzato al massimo livello in seguito alle lettere anonime che facevano riferimento ad un attentato pronto nei suoi confronti. E anche per gli altri magistrati del pool, anche loro già minacciati di morte con intrusioni in casa ed intimidazioni, la situazione resta di allerta. Il comitato ha stabilito di chiedere al ministero dell'Interno un ulteriore impegno, magari dotando la scorta di Di Matteo e degli altri di un "jammer" (il dispositivo anti bomba che blocca i segnali radio telecomandati nel raggio di 200 metri).
Secondo quanto riportato da Repubblica Riina avrebbe indicato tra gli obiettivi da uccidere anche il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, che fino a qualche mese fa, a Caltanissetta, si è occupato della revisione del processo per la strage di via D'Amelio.
Sul perché Riina abbia pronunciato ora, alla soglia degli 83 anni (fra tre giorni è il compleanno ndr) quelle frasi si possono fare mille supposizioni. Forse si è stufato di dover pagare per tutti e come ultimo gesto ha intenzione di riavviare una nuova stagione di stragi. Forse lo hanno fatto arrabbiare le parole del collaboratore di giustizia Onorato, sentito al processo la scorsa settimana, che ha fatto rivelazioni sulla morte del generale dalla Chiesa, spiegando che fu lo Stato, ed in particolare le figure di Andreotti e Craxi, ad “usare” Cosa nostra per quell'eccidio. Forse si tratta di parole preventive per quello che potrà dire Antonino Giuffré il prossimo 21 e 22 novembre. Quel che è certo è che, qualora la notizia data da Repubblica sia accertata e confermata dalle autorità preposte, quelle sono parole pronunciate dal vero capo di Cosa nostra perché, non va dimenticato, non si è mai riunita la Commissione per destituirlo. Era questo il problema che si ponevano gli stessi boss Capizzi, Adelfio e Scaduto, ai tempi dell'operazione Perseo nel 2008, quando volevano ricomporre una nuova Commissione provinciale. E Messina Denaro, che di Riina e Provenzano ha raccolto il testimone di leader in seno all'organizzazione criminale, è storicamente appartenente all'ala dei corleonesi. Per questo motivo le nuove minacce provenienti dal carcere vanno prese in grandissima considerazione e fanno temere il riproporsi di una nuova stagione di sangue.
Adesso aspettiamo che alcuni lorsignori del Consiglio superiore della magistratura e delle varie correnti settarie ed arroganti della stessa si cospargano il capo di cenere come i niniviti di biblica memoria e dicano “mea culpa, mea maxima culpa”. Ci aspettiamo, non solo che vengano archiviate tutte le pratiche disciplinari, se ci sono, contro Di Matteo ed il pool sulla trattativa, ma anche che venga espressa solidarietà pubblica in modo da creare una catena di forza della magistratura per proteggere la vita di questi colleghi in prima linea e quella delle loro famiglie in modo da permettere agli stessi di portare a termine il proprio lavoro d'indagine su una delle pagine più buie della storia del nostro Paese.
In questo modo non si darebbe un segno solo a Riina e a Cosa nostra ma a tutti quei poteri occulti che con lei hanno organizzato le stragi. Sarebbe una linea di protezione forte e congiunta assieme a quella parte di politica onesta, opposta a quella che da sempre non ha voluto sconfiggere la mafia, e alla società civile che vuole davvero raggiungere la verità proteggendo i magistrati.

Foto originale © Castolo Giannini
Rielaborazione grafica a cura di ACFB

Agende Rosse: ‘Rompiamo il silenzio sulle minacce a Nino Di Matteo e Fabio Repici’

di Salvatore Borsellino e il Movimento delle Agende Rosse - 15 novembre 2013

“Si muore quando si è lasciati soli” (Giovanni Falcone).

In passato le storie di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ci hanno insegnato che chi sceglie di affrontare le collusioni tra criminalità organizzata e potere si ritrova isolato e delegittimato anche da pezzi delle stesse Istituzioni. Oggi la storia si ripete.
 
Il capo di Cosa Nostra, Salvatore Riina, detenuto a regime carcerario 41-bis, pochi giorni fa ha minacciato il PM Nino Di Matteo e tutti i magistrati che si occupano dell’inchiesta sulla trattativa avvenuta tra pezzi dello Stato e di Cosa Nostra nel biennio ’92-’93. "Di Matteo deve morire. E con lui tutti i pm della trattativa, mi stanno facendo impazzire – ha urlato Totò Riina ad un altro detenuto –. Quelli lì devono morire, fosse l'ultima cosa che faccio".
 
Il 17 ottobre Rosario Pio Cattafi, imputato a Messina per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso con l’aggravante di aver promosso e diretto l’organizzazione mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, ha pesantemente minacciato l'avvocato Fabio Repici. "Avrei dovuto prendere a schiaffi l'avvocato Fabio Repici, mi pento di non averlo fatto – ha affermato Cattafi –. Auguro con tutto il cuore all'avvocato Repici di subire tutto quello che ha fatto subire ad altri". Cattafi è attualmente detenuto a regime carcerario 41-bis ed è pregiudicato per i reati di lesioni, porto e detenzione abusivi di arma, cessione di sostanze stupefacenti e calunnia.
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FONTE: antimafiaduemila

sabato 9 novembre 2013

10 Sintomi che la Elite sta Perdendo il Controllo

Di E. Blair
 
Traduzione di Anticorpi.info

Il karma sta per presentare il conto alla élite. Proprio come i Powers That Be (i potenti - n.d.t.) stanno sperimentando un devastante arresto per i loro piani di guerra in Siria, da tempo sono riconoscibili molti altri sintomi del declino del loro dominio sulla umanità.

Negli ultimi dieci anni l'élite globale è stata impegnata in una folle corsa per consolidare il proprio potere sul mondo. Lo scopo infatti è proprio quello, benché sembri l'intento di un 'cattivo' da fumetto. Dopo il 9/11 il piano ha avuto una fortissima accelerazione che ci ha condotti alla crisi finanziaria del 2008, fino ad oggi.

Ciò nonostante il piano è destinato a fallire, perché gli esseri umani sono destinati ad assumere il controllo della loro esistenza ed a liberarsi da chi vorrebbe manovrarli come fossero bestiame. Quanto più l'elite si impegna per controllare l'umanità, tanto più per reazione si incrementa l'entropia. Entropia, per chi non lo sappia, è la assenza di ordine e prevedibilità che conduce ad un graduale declino verso il disordine.

Sebbene l'elite goda ancora di un enorme vantaggio economico sulle masse, ormaisi sono visti costretti a tirare giù la maschera e comportarsi apertamente come tiranni nel tentativo di mantenere il controllo. Tutto ciò naturalmente ha messo allo scoperto il lato oscuro che per secoli sono riusciti a nascondere. Ora non più.

La gente si sta risvegliando a frotte, alla stessa velocità con cui l'elite sta cercando di ultimare la costruzione della sua matrix. Che ci provino. Parafrasando Victor Hugo: "Nessun esercito può fermare un'idea, quando giunge il suo tempo."

Ecco dieci sintomi che indicano che le elite stanno perdendo il controllo sulla gente:

1. Le 'versioni ufficiali' non attaccano più.
C'è stato un tempo in cui le bugie ufficiali, in particolare quelle sulla guerra e la pace, riscuotevano il credito della gente. Perché, dopotutto, quanto malvagio e immorale devi essere per mentire su certi argomenti? Le persone sono portate a credere che quando chi comanda parla di questioni di vita o di morte, dica la verità. Ma ormai il tizio che grida al lupo al lupo ha gridato una volta di troppo. A questo punto se anche si mettessero a dire la verità, sarebbero proprio pochi quelli disposti a credere alle loro parole.

2. Sfiducia nella politica.
I politici americani hanno un indice di gradimento irrisorio. La fiducia nel governo è ai minimi assoluti qui e in tutto il mondo. Sondaggi main-stream indicano che solo il 10% del pubblico ha fiducia nel Congresso. In altre parole, il 90% della gente ha smesso di credere che questa gente sia in grado di governare.

3. Sfiducia nei mezzi di comunicazione.
I più recenti sondaggi indicano che il 77% della popolazione non si fida dei notiziari main-stream. C'è dunque da meravigliarsi se i media dello establishment non siano riusciti a vendere le menzogne ​​sul presunto evento chimico in Siria? Nonostante tutta la loro potenza di fuoco hanno fatto cilecca; non è più possibile sostenere che il nero sia bianco solo perché i burocrati hanno deciso che sia così.

4. Banchieri respinti.
L'Ungheria recentemente è diventata il primo paese a seguire l'esempio islandese;ha sbattuto la porta in faccia ai banchieri internazionali (FMI) e sta valutando l'idea di incriminare tutti i passati primi ministri che hanno permesso che il popolo fosse schiavizzato con il debito.

5. Brusca inversione di rotta del Vaticano.
Sotto il precedente Papa, Benedetto XVI, si sono susseguiti scandali a ripetizione in Vaticano, dalla pedofilia, al riciclaggio alla frode. Benedetto, in una mossa senza precedenti, improvvisamente si è ritirato per far posto ad un Papa apparentemente molto più simpatico. Papa Francesco sta lavorando furiosamente per rimettere in sesto la reputazione della Chiesa. Si dice che la Chiesa sia stata costretta ad una tale svolta drastica per arrestare l'emorragia di credibilità.

6. Ammutinamenti tra i soldati.
Finalmente. I soldati, a cui la legge impedisce di rilasciare dichiarazioni politiche, hanno iniziato ed esporsi e pronunciarsi contro l'avventurismo militare statunitense.Come disse Einstein: 'I pionieri di un mondo senza guerre saranno i giovani che rifiuteranno di arruolarsi negli eserciti.'

7. Stato di polizia militare.
Uno dei sintomi più preoccupanti del declino dell'élite si evince dallo allestimento di uno stato di polizia militare specificamente addestrata per combattere i disordini interni. Poliziotti locali equipaggiati di carri armati ed altri attrezzi bellici che operano in squadra con i federali; unità militari che - per la prima volta nella storia di questo paese - presidiano porzioni di territorio americano; la rete di spionaggio della NSA è utilizzata da IRS e DEA, e l'abolizione del giusto processo per gli americani sospettati di attività sovversive sono solo alcune delle mosse tiranniche realizzate dalle elite criminali per proteggersi dal popolo. Tutto ciò rivela che sono chiaramente spaventati, e che hanno la coda di paglia per ciò che hanno fatto al popolo americano e alla Costituzione.

8. Forti movimenti secessionistici.
Negli USA i movimenti secessionistici stanno proliferando (Colorado e California). In Europa movimenti di secessione stanno sviluppandosi in Spagna e in Scozia, e diversi stati dell'UE stanno ponderando l'idea di abbandonare la moneta unica. Decentramento = Entropia!

9. Alimenti OGM rigettati ovunque.
Se controlli il cibo controlli le masse. Vero in teoria, ma molto difficile all'atto pratico. I leader degli OGM come la Monsanto ormai si sono esposti. Tutta la loro forza economica e politica nulla può contro la diffusione della conoscenza sui pericoli di pesticidi imbevuti di Frankenstein. Interi campi di OGM vengono incendiati in segno di protesta in America e in tutto il mondo; le nazioni informate continuano a rifiutare i loro prodotti e le leggi in materia di etichettatura stanno guadagnando trazione.

10. Cannabis libera.
Molti leggendo questo punto penseranno che la legalizzazione della marijuana sia uno sviluppo superficiale. Tuttavia, si tratta di un grande cartello in mano alle élite che va svanendo. Ingenti risorse sono state spese per mantenere la cannabis illegale. Da secoli la cannabis è un farmaco efficace per la salute fisica, mentale e spirituale.Questo singolo, minuscolo punto rappresenta una enorme minaccia per le strutture di potere e le loro industrie. E' questo il motivo della sua insensata proibizione. L'inversione della politica tirannica improntata sulla proibizione segnerà la loro fine. 

Articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito Activist Post
Link diretto:
http://www.activistpost.com/2013/09/10-signs-global-elite-are-losing-control.html

Traduzione a cura di Anticorpi.info

Fonte: anticorpi.info 

sabato 2 novembre 2013

L'Ungheria ha vinto contro la Troika, ora aumenta le pensioni!

2 nov 2013 - Budapest - Mentre il governo sta massacrando e impoverendo gli italiani con misure lacrime e sangue l'Ungheria sta andando nella direzione opposta grazie alla messa in atto di misure aventi lo scopo di aiutare le fasce deboli e rilanciare l'economia.Questa rivoluzione e' iniziata alcuni mesi fa quando il governo ungherese, con una mossa a sorpresa, ha deciso di estinguere con due anni di anticipo il debito contratto col Fondo Monetario Internazionale e chiesto ai suoi funzionari di chiudere il loro ufficio e lasciare il paese.


Una volta libero da pressioni ricattatorie l'esecutivo ungherese ha iniziato ad adottare una serie di misure volte a stimolare i consumi e incrementare il reddito delle famiglie  quali la riduzione del 10% dei prezzi di gas naturale, luce e riscaldamento centralizzato,  acqua, nettezza urbana, raccolta di rifiuti e rimozione scarti e dal primo Novembre sarà effettivo un taglio ulteriore dell'11,1% su luce, gas e riscaldamento.

Inoltre il governo aumenterà le pensioni del 2,4% allo scopo di preservarne il potere di acquisto (il settimo ritocco al rialzo delle pensioni in tre anni e mezzo), una modifica che inciderà sulle tasche di 2,8 milioni di persone.

Quello che sta accadendo in Ungheria dimostra i vantaggi di avere un governo che non e' schiavo dei poteri forti e il silenzio dei mezzi di informazione la dice lunga sugli effetti nefasti che tali organizzazioni hanno sul nostro paese nonche' sul servilismo di molti giornalai di regime.

Giuseppe De Santis 

Fonte: ilnord.it

Dichiarazione shock di Antonio Marfella:

Dichiarazione shock di Antonio Marfella: “Scoprire che Giorgio Napolitano era il Ministro dell’Interno all’epoca delle dichiarazioni segretate di Schiavone è una pugnalata al petto”. 

Le dichiarazioni fatte dal boss pentito Carmine Schiavone nel lontano 1997 alla Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e rimaste segrete fino ad oggi, sono davvero raccapriccianti. I Casalesi intascavano 500 mila lire a fusto smaltito quando l’operazione regolare sarebbe costata circa due milioni e mezzo. “Entro venti anni gli abitanti di numerosi Comuni del casertano rischiano di morire tutti di cancro”, ha detto Schiavone alla Commissione, a causa della pericolosità dei rifiuti industriali, sotterrati anche a trenta metri di profondità, ma “tuttavia quel traffico veniva già attuato in precedenza. Gli abitanti della zona rischiano tutti di morire – avverte il boss – Non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via, avranno, forse, venti anni di vita”. Questa è la frase che ha colpito di più in questi giorni l’opinione pubblica: ricordiamo che era il lontano 1997 quando sono emerse tali informazioni da verificare sul territorio. Esattamente sedici anni fa, quando il pentito ha fatto queste terribili rivelazioni.

Ancora più sconcertante è sapere che fino ad oggi non è stato fatto nulla per salvaguardare le vite umane. All’epoca dei fatti “il Governo non aveva soldi per farlo”, ha riferito il boss Schiavone nell’intervista di venerdì scorso alle Iene. Sulla sua pagina di Facebook il Dott. Antonio Marfella, componente del Coordinamento Comitati Fuochi e dei Medici per l’Ambiente (ISDE) Campania, scrive parole di dolore e di enorme tristezza: “Scoprire che Giorgio Napolitano era il Ministro dell’Interno all’epoca delle dichiarazioni segretate di Schiavone è una notizia che mi da un dolore profondo, insopportabile, veramente una pugnalata in petto… Ve lo giuro… Non me lo aspettavo…”.
Oggi si apprende da fonti di stampa che il presidente della Camera, Laura Boldrini, afferma che “è impensabile che cittadini coinvolti come parte lesa in una situazione così grave per il loro futuro non abbiano possibilità di essere informati”, all’indomani della desecretazione dell’audizione di Carmine Schiavone sui rifiuti. “Mi auguro – prosegue la Boldrini – ci sia un senso forte della giustizia a prevalere. Lo dobbiamo ai cittadini”. Tutto ciò che finora non è avvenuto, trascorsi ormai lunghissimi e devastanti anni per il popolo campano, come scriveva il Dott. Marfella I cittadini e i Medici della regione più giovane di Italia, ma anche quella colpita dal più  grande disastro ambientale negato della Storia di Italia, la Campania, non hanno il diritto di conoscere direttamente dagli “esperti” del Ministero della Salute, i risultati dei loro studi.” Dopo anni di silenzio ancora oggi in Campania si muore per colpa dei veleni.