sabato 29 marzo 2014
Manifesto Nuova Europa
Pubblichiamo il Manifesto per la Nuova Europa, un documento redatto da un gruppo di lavoro di Alternativa (laboratorio politico fondato da Giulietto Chiesa e altri collaboratori della rivista Megachip) ed aperto al contributo di intellettuali provenienti da diverse esperienze politiche e traiettorie professionali.
Il Manifesto è stato presentato il 17 giugno 2013 a
Bruxelles presso il Parlamento Europeo, in occasione di un confronto
internazionale promosso da svariati gruppi politici d’accordo nel
costruire una Nuova Europa dei popoli e contro l’Europa della troika.
—————————–
“MANIFESTO PER LA NUOVA EUROPA”
Lo scenario
Un
club planetario a vocazione totalitaria sta distruggendo l’Europa dei
popoli, la nostra vita, la nostra democrazia, la nostra libertà.
Il nostro futuro è in grave pericolo.
Gradualmente, senza che ce ne rendessimo conto, siamo stati consegnati nelle mani di un’oligarchia senza patria e senz’anima, il cui unico collante è il delirio di onnipotenza derivante dal possesso del denaro infinito che essa crea.
Coloro che ci hanno condotto a questo precipizio sono i maggiordomi del “proprietari universali”:
i proprietari finali delle azioni di banche, fondi e corporations
internazionali, persone che nessuno di noi conosce, che nessuno ha mai
eletto ma che determinano le nostre vite. Essi, sostenuti da parlamenti
formalmente eletti, ma in realtà nominati dall’alto, hanno consegnato il
potere politico ed economico – un tempo prerogativa degli Stati – a
strutture prive di ogni legittimazione democratica.
Queste strutture sono le impalcature di un Nuovo Ordine Mondiale
in via di avanzata costruzione. Si tratta di un’ipotesi eversiva e
autoritaria che i pochissimi, e già smisuratamente ricchi, vogliono
imporre a moltitudini già impoverite. È un
disegno non solo criminale, ma anche aberrante, essendo fondato
sull’illusione della crescita infinita ed è dunque destinato a produrre
caos e guerre, poiché rifiuta di constatare la fine dell’era dell’abbondanza.
Questo
club planetario totalitario, consapevole del crescere della protesta e
della ribellione popolare, si prepara a reprimerla. Sa
della precarietà dell’inganno con cui ha usurpato il potere; sa che le
sue sedicenti leggi economiche e monetarie sono una truffa globale; sa che il denaro virtuale mediante il quale ci domina, è destinato e finire in cenere. vedi tutto
Italiani, premi Darwin
di
Maurizio Blondet,
su
concessione di effedieffe.com.
Pubblichiamo
un articolo di Maurizio Blondet (tratto da effedieffe.com, sito
accessibile solo per gli abbonati) che spiega le drammatiche
conseguenze della sfida alla Russia nel contesto italiano, a partire
dai costi militari. L'attacco ai vizi degli «italioti»
è uno dei tanti aspetti politically
incorrect
della sua scrittura. In mezzo, ci sono notizie importantissime
ignorate da quasi tutti i principali media italiani.
Cari
concittadini, pensateci solo un momento, e scusate se vi distraggo
dai vostri impegni calcistici, tifosi o sessuali e dai discorsi sulla
gastronomia: vi conviene, come Stato, essere nemici
della Russia, il Paese da cui dipendete per riscaldamento e
carburanti? Che compra i nostri beni industriali e che non vi
minaccia affatto, almeno fino a ieri? Nemici armati intendo, sullo
scivolo di una guerra con quella che - nonostante tutto - è
ancora la seconda potenza nucleare del mondo, ed ha una qualità
militare che gli americani nemmeno si sognano. Pensateci un momento,
fra una pizza e una spaghettata: vi conviene?
Perché
è la situazione
in
cui vi hanno cacciato i vostri politici, politici che - è vero -
non avete eletto, ma da cui vi lasciate governare come un gregge di
pecore deficienti. Quelli che decidono a vostro nome sia da Roma, sia
soprattutto da Bruxelles, hanno scelto per voi: di escludere Mosca
dal G-8, di applaudire il presidente Obama che l'ha minacciata
fisicamente di aggressione bellica in difesa del governicchio
ucraino, frutto delle eversioni americane, ovviamente anch'esso non
eletto dagli ucraini: «Agiremo in loro difesa qualunque cosa accada:
questa è la Nato», ha minacciato esplicitamente Obama, secondo
quanto riporta il Corriere
(della Serva).
venerdì 28 marzo 2014
Alcuni articoli di ANTIMAFIADUEMILA.
Messina Denaro, l'ultimo custode dei segreti di Cosa Nostra (Francesca Mondin)
150 studenti al processo trattativa: la risposta all'appello di Scorta
Civica:
Il patto dei mafiosi nel nome di Dio (Barbara Spinelli)
Obama oscilla. Minacce e marce indietro (Giulietto Chiesa)
Macché "la volta buona", quella di Renzi è una strada che porta a sbattere
(Antonio Ingroia)
Di Matteo: ecco chi lo vuole uccidere e perché
Nel mirino anche altri magistrati di Palermo, Trapani e Caltanissetta
di Giorgio Bongiovanni - 27 marzo 2014
Pietro Tagliavia, uomo d'onore di Brancaccio; Cosimo Vernengo, boss di Santa Maria di Gesù; Vito Galatolo, figlio del capomandamento dell'Acquasanta; Girolamo Biondino, fratello del braccio destro di Totò Riina, Salvatore; Tommaso Lo Presti, capomandamento di Porta Nuova; Nunzio Milano, boss di Porta Nuova; Giuseppe Guttadauro, capomandamento di Brancaccio. Sono questi alcuni nomi presenti nella lista degli uomini di mafia, scarcerati di recente, su cui si concentra l'attenzione delle Procure.
Chi di questi boss potrebbe essere pronto a raccogliere il mandato di morte che Totò Riina, dal carcere Opera di Milano, ha decretato nei confronti del pm Antonino Di Matteo, parlando con il capomafia della Sacra Corona Unita, Alberto Lorusso?
Chi tra questi uomini ha la possibilità di organizzare un attentato nei confronti dei magistrati del pool trattativa, di altri colleghi di Palermo, Caltanissetta o Trapani?
Chi, tra questi boss in circolazione, assieme a Matteo Messina Denaro ha la potenza di fuoco per armarsi di bazooka o sparare un missile terra-aria da lanciare da una delle colline di Palermo, prendendo di mira la palazzina del giudice Di Matteo così come tentarono (fallendo grazie a Dio) di uccidere l'allora procuratore capo di Palermo, Gian Carlo Caselli, nel 1995? Cosa impedirebbe ai mafiosi di colpire l'auto del magistrato con un congegno a distanza mentre viaggia con la scorta privo del bomb jammer? continua:
fonte: antimafiaduemila.
di Giorgio Bongiovanni - 27 marzo 2014
Pietro Tagliavia, uomo d'onore di Brancaccio; Cosimo Vernengo, boss di Santa Maria di Gesù; Vito Galatolo, figlio del capomandamento dell'Acquasanta; Girolamo Biondino, fratello del braccio destro di Totò Riina, Salvatore; Tommaso Lo Presti, capomandamento di Porta Nuova; Nunzio Milano, boss di Porta Nuova; Giuseppe Guttadauro, capomandamento di Brancaccio. Sono questi alcuni nomi presenti nella lista degli uomini di mafia, scarcerati di recente, su cui si concentra l'attenzione delle Procure.
Chi di questi boss potrebbe essere pronto a raccogliere il mandato di morte che Totò Riina, dal carcere Opera di Milano, ha decretato nei confronti del pm Antonino Di Matteo, parlando con il capomafia della Sacra Corona Unita, Alberto Lorusso?
Chi tra questi uomini ha la possibilità di organizzare un attentato nei confronti dei magistrati del pool trattativa, di altri colleghi di Palermo, Caltanissetta o Trapani?
Chi, tra questi boss in circolazione, assieme a Matteo Messina Denaro ha la potenza di fuoco per armarsi di bazooka o sparare un missile terra-aria da lanciare da una delle colline di Palermo, prendendo di mira la palazzina del giudice Di Matteo così come tentarono (fallendo grazie a Dio) di uccidere l'allora procuratore capo di Palermo, Gian Carlo Caselli, nel 1995? Cosa impedirebbe ai mafiosi di colpire l'auto del magistrato con un congegno a distanza mentre viaggia con la scorta privo del bomb jammer? continua:
fonte: antimafiaduemila.
E' già la nuova Guerra Fredda
Video all'interno!
Giulietto Chiesa spiega a Pandora TV il grande investimento strategico che sovrasta la crisi ucraina: far cambiare partner energetico all'Europa, colpire Putin.
Pandora TV continua in emergenza, mentre si avvicina al suo vero lancio.
Giulietto Chiesa spiega a Pandora TV il grande investimento strategico che sovrasta la crisi ucraina: far cambiare partner energetico all'Europa, colpire Putin.
Pandora TV continua in emergenza, mentre si avvicina al suo vero lancio.
Sono ancora in campo i grandi "sovietologi" americani che vinsero la
prima Guerra Fredda. I calcoli sono algidi, guardano lontano. Nei
prossimi anni sarà fatto un enorme sforzo per portare il nuovo gas
nordamericano con un grande "ponte gasiero" e rendere l'Europa più
dipendente dagli USA. C'è una variabile che però nessuno conosce
abbastanza: quale sarà la forza della risposta del Cremlino? Putin non
ha più luoghi verso cui arretrare, nel momento in cui gli saranno
piazzati missili a 400 km da Mosca. E' prevedibile che avrà un grande
consenso per resistere. I pericoli di guerra aumentano. Questo e altro
nei nove minuti del videoeditoriale.
fonte:pandoratv
tratto da:megachip
lunedì 24 marzo 2014
Ecco come si comporta Putin! Altro che i politici italiani…
Vladimir #Putin viene messo a conoscenza del fatto che migliaia di
operai, che non ricevevano stipendio da mesi, stanno per essere
licenziati e la loro fabbrica chiusa da quegli stessi dirigenti che ne
avevano tratto profitti milionari. (*le happy merchant*)
Il Presidente russo saputo della cosa va ad occuparsi personalmente
della faccenda: convoca immediatamente Padroni e Oligarchi responsabili
dell’ondata di licenziamenti, che con la loro avidità ed incompetenza,
stavano per mandare in mezzo ad una strada migliaia di famiglie e li
affronta uno per uno, facendogli un cazziatone memorabile! Esigendo le
loro dimissioni immediate e concludendo il discorso con la frase: “Il
termine ultimo per il pagamento degli stipendi arretrati, È OGGI !”.
Nelle successive 4 ore vengono pagati 40 milioni di dollari di
stipendi arretrati e gli unici licenziamenti sono quelli dei padroni.
fonte: http://www.sapereeundovere.it/ecco-come-si-comporta-putin-altro-che-i-politici-italiani/fonte:
sabato 22 marzo 2014
Mafia, il pentito Mutolo: ‘Trattativa? C’è stata di sicuro. Colle nasconde la verità’
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/11/25/mutolo-pentito-mafia-trattativa-ce-stata-di-sicuro-napolitano-nasconde-verita/255178/
“La trattativa fra stato e mafia esiste da sempre, c’è stata di sicuro. Il presidente Napolitano, detto con grande rispetto, si è voluto immischiare nei processi, vuole coprire qualcosa che non era giusto e nascondere la verità. E Paolo Borsellino fu ucciso perché era contrario alla trattativa, al cento per cento ”. Lo dichiara ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24, Gaspare Mutolo, pentito di mafia ed ex autista e braccio destro di Totò Riina. “Il politico colluso” – sottolinea – “dovrebbe subire le stesse sorti del mafiosi, anzi peggio. Peggio del 41 bis, dovrebbero essere castrati. La vera mafia è a Roma. Invece i trattamenti sono diversi”. Sul Cavaliere, Mutolo osserva: “Ho avuto delle esperienze personali con il personaggio Berlusconi. Se era legato alla mafia? In senso stretto no, ma aveva contatti con qualche mafioso, come attestano delle sentenze. Difficile per certe persone non avere rapporti con la mafia. Nel ‘74 mi trovavo a Milano con altri personaggi perché dovevo fare un sequestro di persona. Dopo ci fu un richiamo per tutti e non si parlò più di sequestrare Berlusconi. Poi arrivò ad Arcore lo stalliere siciliano Vittorio Mangano…”. Riguardo a Dell’Utri, il collaboratore di giustizia afferma: “Non so se sia mafioso, ma aveva molti contatti coi mafiosi. E’ una cosa risaputa, un dato di fatto”. E aggiunge: “Berlusconi vuole tornare a Forza Italia, ma i tempi non sono quelli del ‘93 e del ‘94. Allora fece il pieno perché c’era la mafia, che ha aiutato Forza Italia. Questo è sicuro, ho sentito a riguardo molte intercettazioni del ‘93. Tutta la Sicilia mafiosa era per Forza Italia, tutte le organizzazioni mafiose hanno votato Berlusconi, perché i mafiosi si sentivano traditi dalla Dc mentre i comunisti erano contro”. E ribadisce: “Oggi la mafia non è più quella di vent’anni fa, sono quasi tutti in galera, anche se di amici dei mafiosi oggi in Parlamento ce ne sono ancora tanti. Meno di prima ma ancora tanti. Lo posso dire al cento per cento. Più a destra che a sinistra. Se ogni tanto si sente l’urlo di Riina, come quello di un coniglio in gabbia, è perché si è sentito tradito dalle promesse che gli hanno fatto allora”. Mutolo parla anche del sussidio con cui vive: “Vivo ancora sotto protezione e lo Stato mi dà 1200 euro al mese. Non dico che sono pochi, ma per quello che ho fatto merito questo ed altro. Sono uno dei pochissimi collaboratori che ha detto tutto e a cui lo Stato non ha mai rimproverato nulla. Però mi ha confiscato tutto. Devo pagare tutto dalla a alla zeta, non ho parenti. Dipingo e vendo qualche quadro, non mi posso lamentare”. Mutolo si pronuncia anche sulle sue preferenze politiche: “Quando ho potuto votare in passato, ho appoggiato Pannella, perché aiutava i disagiati ed era contro alcune leggi. Poi sono arrivare alcune sentenze che mi hanno tolto la possibilità del voto. Certo, mi piacerebbe tornare a votare. E voterei per un partito di sinistra. Mi piace particolarmente Matteo Renzi, perché vuole fare un certo rinnovamento” di Gisella Ruccia
fonte:ilfatto.
“La trattativa fra stato e mafia esiste da sempre, c’è stata di sicuro. Il presidente Napolitano, detto con grande rispetto, si è voluto immischiare nei processi, vuole coprire qualcosa che non era giusto e nascondere la verità. E Paolo Borsellino fu ucciso perché era contrario alla trattativa, al cento per cento ”. Lo dichiara ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24, Gaspare Mutolo, pentito di mafia ed ex autista e braccio destro di Totò Riina. “Il politico colluso” – sottolinea – “dovrebbe subire le stesse sorti del mafiosi, anzi peggio. Peggio del 41 bis, dovrebbero essere castrati. La vera mafia è a Roma. Invece i trattamenti sono diversi”. Sul Cavaliere, Mutolo osserva: “Ho avuto delle esperienze personali con il personaggio Berlusconi. Se era legato alla mafia? In senso stretto no, ma aveva contatti con qualche mafioso, come attestano delle sentenze. Difficile per certe persone non avere rapporti con la mafia. Nel ‘74 mi trovavo a Milano con altri personaggi perché dovevo fare un sequestro di persona. Dopo ci fu un richiamo per tutti e non si parlò più di sequestrare Berlusconi. Poi arrivò ad Arcore lo stalliere siciliano Vittorio Mangano…”. Riguardo a Dell’Utri, il collaboratore di giustizia afferma: “Non so se sia mafioso, ma aveva molti contatti coi mafiosi. E’ una cosa risaputa, un dato di fatto”. E aggiunge: “Berlusconi vuole tornare a Forza Italia, ma i tempi non sono quelli del ‘93 e del ‘94. Allora fece il pieno perché c’era la mafia, che ha aiutato Forza Italia. Questo è sicuro, ho sentito a riguardo molte intercettazioni del ‘93. Tutta la Sicilia mafiosa era per Forza Italia, tutte le organizzazioni mafiose hanno votato Berlusconi, perché i mafiosi si sentivano traditi dalla Dc mentre i comunisti erano contro”. E ribadisce: “Oggi la mafia non è più quella di vent’anni fa, sono quasi tutti in galera, anche se di amici dei mafiosi oggi in Parlamento ce ne sono ancora tanti. Meno di prima ma ancora tanti. Lo posso dire al cento per cento. Più a destra che a sinistra. Se ogni tanto si sente l’urlo di Riina, come quello di un coniglio in gabbia, è perché si è sentito tradito dalle promesse che gli hanno fatto allora”. Mutolo parla anche del sussidio con cui vive: “Vivo ancora sotto protezione e lo Stato mi dà 1200 euro al mese. Non dico che sono pochi, ma per quello che ho fatto merito questo ed altro. Sono uno dei pochissimi collaboratori che ha detto tutto e a cui lo Stato non ha mai rimproverato nulla. Però mi ha confiscato tutto. Devo pagare tutto dalla a alla zeta, non ho parenti. Dipingo e vendo qualche quadro, non mi posso lamentare”. Mutolo si pronuncia anche sulle sue preferenze politiche: “Quando ho potuto votare in passato, ho appoggiato Pannella, perché aiutava i disagiati ed era contro alcune leggi. Poi sono arrivare alcune sentenze che mi hanno tolto la possibilità del voto. Certo, mi piacerebbe tornare a votare. E voterei per un partito di sinistra. Mi piace particolarmente Matteo Renzi, perché vuole fare un certo rinnovamento” di Gisella Ruccia
fonte:ilfatto.
venerdì 21 marzo 2014
Nasce Pandora TV. La prima video community che dà voce al cittadino.
Nasce Pandora TV. La prima video community che dà voce al cittadino.
Se ti sta a cuore la verità sostieni Pandora TV, ciò che i media non dicono!
www.pandoratv.it
Grazie a chi vorrà contribuire a un'altra visione del mondo con una donazione al sito web crowdfunding.pandoratv.it ora on line!
A breve sarà disponibile anche PayPal.
mercoledì 19 marzo 2014
Crimea, Gorbaciov: Sanzioni ingiuste
L’ex Presidente sovietico interviene sui provvedimenti presi da Stati
Uniti e Unione Europea contro la Russia: “Non ci sono motivi validi. Il
popolo stesso ha deciso”
Secondo Mikhail Gorbaciov (in foto), la Crimea era stata annessa all'Ucraina sulla base di leggi sovietiche approvate senza prendere in considerazione l’opinione del popolo (Foto: Photoshot / Vostock Photo)
Il primo e unico Presidente dell'Unione Sovietica, Mikhail Gorbaciov, ha dichiarato che le minacce di sanzioni contro la Russia per il referendum in Crimea sono illegittime. "Per imporre sanzioni occorrono motivi seri”, ha detto Gorbaciov. Allo stesso tempo, secondo l’ex Presidente sovietico, l'espressione della volontà del popolo della Crimea e anche la sua possibile annessione alla Federazione Russa non sono ragioni sufficienti per giustificare l’imposizione di nessun tipo di sanzione.
"Se prima la Crimea era stata annessa all'Ucraina sulla base di leggi sovietiche approvate senza prendere in considerazione l’opinione del popolo, questa volta il popolo stesso ha deciso di correggere questo errore. Ciò andrebbe accolto con favore e non con l'annuncio di sanzioni", ha dichiarato Gorbaciov all’agenzia Interfax. vedi resto
FONTE: Russia oggi.
Secondo Mikhail Gorbaciov (in foto), la Crimea era stata annessa all'Ucraina sulla base di leggi sovietiche approvate senza prendere in considerazione l’opinione del popolo (Foto: Photoshot / Vostock Photo)
Il primo e unico Presidente dell'Unione Sovietica, Mikhail Gorbaciov, ha dichiarato che le minacce di sanzioni contro la Russia per il referendum in Crimea sono illegittime. "Per imporre sanzioni occorrono motivi seri”, ha detto Gorbaciov. Allo stesso tempo, secondo l’ex Presidente sovietico, l'espressione della volontà del popolo della Crimea e anche la sua possibile annessione alla Federazione Russa non sono ragioni sufficienti per giustificare l’imposizione di nessun tipo di sanzione.
"Se prima la Crimea era stata annessa all'Ucraina sulla base di leggi sovietiche approvate senza prendere in considerazione l’opinione del popolo, questa volta il popolo stesso ha deciso di correggere questo errore. Ciò andrebbe accolto con favore e non con l'annuncio di sanzioni", ha dichiarato Gorbaciov all’agenzia Interfax. vedi resto
FONTE: Russia oggi.
domenica 16 marzo 2014
venerdì 14 marzo 2014
mercoledì 12 marzo 2014
Appello alla mobilitazione di tutte le forze democratiche e di pace.
GIULIETTO CHIESA
Appello alla mobilitazione di tutte le forze democratiche e di pace
La situazione in Ucraina e attorno ad essa si sta facendo sempre più drammatica e pericolosa, di giorno in giorno. L’Occidente ha lanciato il sasso e cerca di nascondere la mano. L’eversione violenta di un paese è stata incoraggiata. Nazisti dichiarati hanno preso il mano il governo di Kiev.
Il pericolo non concerne soltanto il destino dei popoli dell’Ucraina, ma le sorti stesse della pace in Europa e nel mondo.
La coltre di disinformazione che ha coperto l’intero svolgersi della crisi a Kiev impedisce all’opinione pubblica italiana, europea e occidentale di comprendere la gravità del pericolo che tutti noi corriamo. Pochi comprendono che sta per essere mutato, con la violenza, l’insieme degli equilibri europei e della sicurezza del nostro continente.
Lo prova il fatto che l’opinione pubblica non sta reagendo in alcun modo a eventi la cui eccezionalità dovrebbe essere evidente a ogni persona informata.
Il mortale silenzio del Parlamento italiano è la conferma di una inconcepibile sottovalutazione della portata degli eventi ucraini. Le opposizioni tacciono anch’esse mentre il governo italiano, in sede internazionale, si limita a balbettare parole di convenienza immediata. Nessuna iniziativa in senso positivo, di pace, di invito alla riflessione, è stata intrapresa.
Noi chiediamo di aprire gli occhi e di guardare con animo vigile, senza pregiudizio, a ciò che accade. Ne va del nostro destino. La guerra va fermata ora, domani potrebbe essere tardi. L’Italia non ne sarà immune.
Giulietto Chiesa Presidente di Alternativa-laboratorio politico
La situazione in Ucraina e attorno ad essa si sta facendo sempre più drammatica e pericolosa, di giorno in giorno. L’Occidente ha lanciato il sasso e cerca di nascondere la mano. L’eversione violenta di un paese è stata incoraggiata. Nazisti dichiarati hanno preso il mano il governo di Kiev.
Il pericolo non concerne soltanto il destino dei popoli dell’Ucraina, ma le sorti stesse della pace in Europa e nel mondo.
La coltre di disinformazione che ha coperto l’intero svolgersi della crisi a Kiev impedisce all’opinione pubblica italiana, europea e occidentale di comprendere la gravità del pericolo che tutti noi corriamo. Pochi comprendono che sta per essere mutato, con la violenza, l’insieme degli equilibri europei e della sicurezza del nostro continente.
Lo prova il fatto che l’opinione pubblica non sta reagendo in alcun modo a eventi la cui eccezionalità dovrebbe essere evidente a ogni persona informata.
Il mortale silenzio del Parlamento italiano è la conferma di una inconcepibile sottovalutazione della portata degli eventi ucraini. Le opposizioni tacciono anch’esse mentre il governo italiano, in sede internazionale, si limita a balbettare parole di convenienza immediata. Nessuna iniziativa in senso positivo, di pace, di invito alla riflessione, è stata intrapresa.
Noi chiediamo di aprire gli occhi e di guardare con animo vigile, senza pregiudizio, a ciò che accade. Ne va del nostro destino. La guerra va fermata ora, domani potrebbe essere tardi. L’Italia non ne sarà immune.
Giulietto Chiesa Presidente di Alternativa-laboratorio politico
martedì 11 marzo 2014
Giulietto Chiesa nel 2005:Stati Uniti,Russia,Europa
Giulietto Chiesa nove anni fà aveva già chiara la situazione attuale,USA, Russia,Ucraina,Europa.
lunedì 10 marzo 2014
Ucraina: come si fa un golpe "moderno"
di Giulietto Chiesa - 10 marzo 2014
«Questi metodi funzionano perché il grande pubblico non può neppure immaginare tanta astuzia e crudeltà.»
Nel mare magnum delle menzogne, delle imbecillità e, soprattutto, delle omissioni, viste e non viste (per la contraddition che nol consente) lette e non lette (idem come sopra), spiccano alcuni silenzi del mainstream occidentale
. La signora Victoria Nuland, assistente del Segretario di Stato Usa, per esempio, ne ha fatte e dette di cotte e di crude in questi mesi. Parlando con il suo ambasciatore a Kiev, ben prima del rovesciamento del legittimo (quanto inviso) presidente Yanukovic, la signora Nuland decideva già la composizione del nuovo governo rivoluzionario che si sarebbe insediato a Kiev, dando indicazioni su chi si sarebbe dovuto includere o escludere.
Tutti i media europei s’indignarono molto per il finale di quella conversazione, elegantemente chiusa con un “fuck EU”, all’indirizzo degli alleati europei, a giudizio della Nuland non sempre completamente sdraiati a leccare i piedi di Washington. Nel grande scandalo, tuttavia, tutti dimenticarono di riferire, appunto, il resto di quella conversazione, che mostrava tutta intera la tracotanza dell’Amministrazione americana contro un paese sovrano. La Nuland già aveva venduto la pelle dell’orso: sapeva in anticipo come sarebbe finita
continua
fonte: antimafiaduemila.
«Questi metodi funzionano perché il grande pubblico non può neppure immaginare tanta astuzia e crudeltà.»
Nel mare magnum delle menzogne, delle imbecillità e, soprattutto, delle omissioni, viste e non viste (per la contraddition che nol consente) lette e non lette (idem come sopra), spiccano alcuni silenzi del mainstream occidentale
. La signora Victoria Nuland, assistente del Segretario di Stato Usa, per esempio, ne ha fatte e dette di cotte e di crude in questi mesi. Parlando con il suo ambasciatore a Kiev, ben prima del rovesciamento del legittimo (quanto inviso) presidente Yanukovic, la signora Nuland decideva già la composizione del nuovo governo rivoluzionario che si sarebbe insediato a Kiev, dando indicazioni su chi si sarebbe dovuto includere o escludere.
Tutti i media europei s’indignarono molto per il finale di quella conversazione, elegantemente chiusa con un “fuck EU”, all’indirizzo degli alleati europei, a giudizio della Nuland non sempre completamente sdraiati a leccare i piedi di Washington. Nel grande scandalo, tuttavia, tutti dimenticarono di riferire, appunto, il resto di quella conversazione, che mostrava tutta intera la tracotanza dell’Amministrazione americana contro un paese sovrano. La Nuland già aveva venduto la pelle dell’orso: sapeva in anticipo come sarebbe finita
continua
fonte: antimafiaduemila.
mercoledì 5 marzo 2014
La vera storia del giudice Di Matteo
Già condannato a morte dalla mafia. (E dallo Stato?)
di Giorgio Bongiovanni e Anna Petrozzi - 5 marzo 2014
Minacciato, condannato, calunniato, sotto procedimento disciplinare, attaccato da ogni lato e accusato persino di essersi orchestrato da solo l’ordine di morte. Nino di Matteo come Giovanni Falcone nel tritacarne del gioco grande che ha mosso le sue pedine secondo la classica procedura della delegittimazione.
Ma perché questo magistrato è finito nel mirino? Chi è?
Ha indossato la toga per la prima volta quando ha chiesto di essere tra i volontari che hanno vegliato la bara semi-vuota del giudice Paolo Borsellino adagiata nel corridoio del tribunale di Palermo. Il destino ha fatto sì che il suo primo incarico si svolgesse a Caltanissetta dove si è occupato dell’omicidio del giudice Saetta e di suo figlio, ottenendo il primo ergastolo di una lunga serie per Totò Riina. Poi gli è stato affidato il processo ai danni del giudice Giuseppe Prinzivalli, condannato a 10 anni di reclusione per aver agevolato la mafia e deceduto prima che terminasse il secondo processo d’appello rinviato dalla Cassazione dopo l’assoluzione di secondo grado. Sulla base di nuovi indizi Di Matteo fa riaprire le indagini sull’efferata strage che aveva ucciso, nell’estate del 1983, il giudice istruttore Rocco Chinnici, padre dello storico pool antimafia di Palermo. La condanna ottenuta in questo caso non è solo per gli esecutori ma anche per i mandanti esterni: i cugini Nino e Ignazio Salvo potentissimi non solo perché esponenti politici della DC legati ad Andreotti, ma anche perché essi stessi uomini d’onore.
Successivamente, siamo alla fine del 1995, viene incaricato di affiancare i colleghi Anna Maria Palma e Carmelo Petralia nella conduzione delle indagini sulla strage di via d’Amelio. Sono anni di grande concitazione per gli esiti di questo processo. Nel gennaio del 1996 ci sarà la sentenza di primo grado con durissime condanne basate in buona parte sulle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino. Catturato il 29 settembre 1992 ha cominciato a raccontare la sua falsa verità verso la fine del mese di giugno 1994.
E’ stato a lungo interrogato da diversi magistrati e per circa 17 volte dal pm Ilda Boccassini la quale, prima di lasciare Caltanissetta, aveva messo per iscritto le sue perplessità all’allora capo della Procura Giovanni Tinebra, senza mai dubitare della polizia giudiziaria che si è occupata del caso. continua:
fonte:antimafiaduemila.
di Giorgio Bongiovanni e Anna Petrozzi - 5 marzo 2014
Minacciato, condannato, calunniato, sotto procedimento disciplinare, attaccato da ogni lato e accusato persino di essersi orchestrato da solo l’ordine di morte. Nino di Matteo come Giovanni Falcone nel tritacarne del gioco grande che ha mosso le sue pedine secondo la classica procedura della delegittimazione.
Ma perché questo magistrato è finito nel mirino? Chi è?
Ha indossato la toga per la prima volta quando ha chiesto di essere tra i volontari che hanno vegliato la bara semi-vuota del giudice Paolo Borsellino adagiata nel corridoio del tribunale di Palermo. Il destino ha fatto sì che il suo primo incarico si svolgesse a Caltanissetta dove si è occupato dell’omicidio del giudice Saetta e di suo figlio, ottenendo il primo ergastolo di una lunga serie per Totò Riina. Poi gli è stato affidato il processo ai danni del giudice Giuseppe Prinzivalli, condannato a 10 anni di reclusione per aver agevolato la mafia e deceduto prima che terminasse il secondo processo d’appello rinviato dalla Cassazione dopo l’assoluzione di secondo grado. Sulla base di nuovi indizi Di Matteo fa riaprire le indagini sull’efferata strage che aveva ucciso, nell’estate del 1983, il giudice istruttore Rocco Chinnici, padre dello storico pool antimafia di Palermo. La condanna ottenuta in questo caso non è solo per gli esecutori ma anche per i mandanti esterni: i cugini Nino e Ignazio Salvo potentissimi non solo perché esponenti politici della DC legati ad Andreotti, ma anche perché essi stessi uomini d’onore.
Successivamente, siamo alla fine del 1995, viene incaricato di affiancare i colleghi Anna Maria Palma e Carmelo Petralia nella conduzione delle indagini sulla strage di via d’Amelio. Sono anni di grande concitazione per gli esiti di questo processo. Nel gennaio del 1996 ci sarà la sentenza di primo grado con durissime condanne basate in buona parte sulle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino. Catturato il 29 settembre 1992 ha cominciato a raccontare la sua falsa verità verso la fine del mese di giugno 1994.
E’ stato a lungo interrogato da diversi magistrati e per circa 17 volte dal pm Ilda Boccassini la quale, prima di lasciare Caltanissetta, aveva messo per iscritto le sue perplessità all’allora capo della Procura Giovanni Tinebra, senza mai dubitare della polizia giudiziaria che si è occupata del caso. continua:
fonte:antimafiaduemila.
sabato 1 marzo 2014
Bankitalia, l'Ue sospetta aiuti di stato e scrive al Tesoro
La Commissione Ue ha inviato una lettera al ministero dell'economia
perché vuole capire se, dietro la rivalutazione delle quote di
Bankitalia, non ci siano aiuti di stato agli istituti. Se così fosse, il
decreto che rivaluta il capitale di palazzo Koch andrebbe riscritto. Lo
scrive La Repubblica, aggiungendo che per ora Bruxelles non salta alle
conclusioni, perché l'esame del caso Bankitalia è appena agli inizi.
Proprio in questi mesi le grandi banche italiane sono sottoposte
all'esame sulla qualità e la tenuta dei loro bilanci da parte della
Banca centrale europea e dell'Eba. In base all'esame di Bruxelles, i
profili di aiuto di stato potrebbero nascondersi a vari stadi
dell'operazione. L'esame della Commissione non sarà solo un atto dovuto,
ma una verifica approfondita. E potrebbe tener conto anche della forte
irritazione delle banche estere attive in Italia per il trattamento
fiscale che il decreto riserva agli azionisti italiani di Bankitalia.
Per Intesa Sanpaolo, primo azionista di Bankitalia con il 42,43% del
capitale, ci sono in ballo plusvalenze potenziali per oltre 2 mld,
mentre per Unicredit (azionista con il 22,11%) circa la metà; per
Generali Ass. (6,33%) 300 mln e per Banca Carige (4,03%) 200 mln.
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Pandora TV : Questo è solo l’inizio…
Pandora TV : Questo è solo l’inizio…
Giulietto Chiesa presenta in video il nuovo progetto di televisione via
web PANDORA TV. Partiamo in emergenza, nel pieno di una crisi che i
media nascondono.
Partiamo in emergenza, nel pieno di una crisi che ha in grembo un
pericolo di guerra imminente, su cui i media occidentali non sanno o non
vogliono dire abbastanza, e ci fanno subire un'incredibile vastità di
deformazioni informative. Cominceremo nei prossimi giorni traducendo in
italiano diversi servizi di RT - Russia Today, la tv russa
in lingua inglese che già oggi ha superato la BBC presso gli utenti web
americani (come tanti in cerca di un punto di vista diverso sul mondo).
Perciò, sulle ali del vostro bisogno di pluralismo, costruiremo una tv
diversa da tutte le altre. Seguiteci, e unite a noi queste ali.
Diffondete il nostro link:
www.pandoratv.org fonte:MEGACHIPS
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www.pandoratv.org fonte:MEGACHIPS
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