Programma di Alternativa-Politica

martedì 2 aprile 2013

I dieci saggi impresentabili di Napolitano. Volete la guerra civile?


La classe dirigente, la generazione, il sesso maschile che ha portato l’Italia al disastro dovrebbe salvarla? Questa accozzaglia di partitocrazia e grand commis, tutti maschi, anziani, ricchissimi, sarebbe il meglio che questo paese può schierare per indicare cosa è urgente fare per il paese? La classe dirigente che negli ultimi 40 anni ha distrutto il paese dovrebbe salvarlo?
Possono essere saggi i tagliagole leghisti che hanno voluto la morte di 5.000 migranti che riposano sui fondali del Mediterraneo? Sarebbero saggi quelli che hanno votato che Ruby era la nipote di Mubarak? Sarebbe saggio colui che provò a legittimare i torturatori repubblichini chiamandoli “ragazzi di Salò”. Chi rappresentano i dieci saggi di Napolitano? Le privatizzate, le banche, la confindustria, la grande finanza che lucra sullo sfascio, i precarizzatori del lavoro, la nomenklatura partitocratica?
Niente donne, niente giovani, niente società civile, niente cultura, niente ricerca, niente diritti, niente disagio! È così evidente che questi dieci non rappresentano il paese reale ma sono chiamati a garantire, in un momento nel quale il crollo di un regime appare dietro l’angolo, quei poteri che rappresentano al di sopra e al di fuori del gioco democratico. Qual è il disegno dietro questa carta (apparentemente) della disperazione giocata dal Presidente Napolitano? È nata ieri una repubblica degli ottimati che prescinde dal voto popolare? È legittima o è un golpe la prorogatio di fatto del governo Monti? Gli italiani che il 24 e 25 febbraio si sono divisi su tutto si sono trovati d’accordo su una sola cosa: la tecnocrazia neoliberale di Mario Monti ha il comune disprezzo di un intero popolo. Continuare a imporla sulla base di una cultura emergenziale con la quale in questo paese sono state fatte passare tutte le nefandezze è un colpo di mano. Ben maggiore legittimità avrebbe un governo Bersani, pur bocciato in Senato, per condurre il paese a nuove elezioni.
Non rappresenta il paese reale il governo Monti, non rappresentano il paese reale i dieci presunti saggi. Se un disegno s’intuisce è che i D’Alema e i Berlusconi pretendono di fare melina per altri cinque anni sperando di addormentare il fenomeno grillino. Se questa operazione riesce gli italiani comuni tra cinque anni staranno peggio di prima. Magari rassicureranno la finanza, la BCE, i mercati, che potranno continuare a spolparci un po’ al giorno. Se non riesce crolleremo di colpo e lo Stato, la Nazione stessa avrà perso ogni legittimità. Altro che Europa allora, ch’è diventata una foglia di fico. Tutto il peggio sarà possibile. Ma il crollo non sarà quello dell’Argentina o della Grecia; sarà Weimar.
Intanto, di sicuro, l’invenzione di Napolitano blocca il corso democratico della legislatura. Il suo dovere, se Bersani non riesce a formare un governo, è incaricare Berlusconi (o chi per lui) e, dopo di questo, Grillo (o chi per lui). Non proseguire in questi tentativi, e non potendo sciogliere le camere, blocca il corso naturale delle cose impedendo soluzioni che, evidentemente, sono considerate da evitare ad ogni costo dai padroni del paese dei quali la lista dei saggi rappresenta un elenco di spicciafaccende ben pagati.
È sotto gli occhi di tutti che l’Italia potrebbe esprimere dieci, cento, mille saggi di ben più alto profilo di quelli indicati da Napolitano ma che si è scelto di nominare quelli perché in realtà ognuno di loro garantisce un potere. Garanti dei poteri forti, dei grandi interessi, di una generazione e di un sesso, quello maschile, che ha umiliato e stuprato il paese. Garanti della fase terminale della nostra democrazia nata nel 1945 dalla Resistenza, che è agonizzante almeno dal sequestro di Aldo Moro e in coma da quando è sceso in campo Silvio Berlusconi.
Non si capisce intanto chi lavora per chi. Lavora per il Re di Prussia Beppe Grillo, incapace di capire di star sprecando una golden share che non ritornerà per spazzar via la peggior classe dirigente d’Europa commissariando un governo Bersani e obbligandolo a realizzare parti importanti del proprio programma? Lavora per il Re di Prussia quella parte di centro-sinistra che muore dalla voglia di far fuori Bersani e inciuciare con Berlusconi a qualunque prezzo, vogliosa solamente di un altro giro di valzer, di mantenere privilegi e vitalizi e spingere sul Colle il Massimo peggiore di tutti loro a garanzia del mercimonio? O lavora per il Re di Prussia Napolitano che spinge altri milioni di italiani tra le braccia di Grillo o di qualunque altro pifferaio sorgerà a indicare che il re è nudo? Qualcuno si illude che basterà un Renzi a salvarci. Se non si sgonfierà quando si rivoterà il Movimento Cinque Stelle, o ben di peggio di questo (le Albe dorate greche dovrebbero darci brividi), sfonderanno ogni argine. La politica, questa politica ha perso ogni legittimità e il caos è dietro l’angolo.
Volete la guerra civile?

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lunedì 1 aprile 2013

India, Novartis perde ricorso su brevetto farmaco anti leucemia

Nuova Delhi (India), 1 apr. (LaPresse/AP) - La Corte suprema indiana ha stabilito che la compagnia farmaceutica Novartis AG non ha il diritto di brevettare la nuova versione del farmaco salvavita Glivec contro la leucemia. La compagnia svizzera affermava di poter registrare il prodotto per proteggere i propri investimenti, mentre gli attivisti ritenevano stesse tentando di sfruttare scappatoie per ricavare maggiore denaro su un brevetto ormai scaduto.

 La sentenza è una vittoria per l'industria generica dei farmaci indiana da 26 miliardi di dollari, che fornisce farmaci economici a milioni di persone nel mondo. Secondo l'avvocato per i diritti Anand Grover, una sentenza simile potrà aiutare i poveri a ottenere cure accessibili, grazie alla disponibilità di versioni generiche di farmaci salvavita.
Novartis era impegnata dal 2006 nella battaglia legale in India per ottenere la registrazione del nuovo brevetto per il farmaco anti leucemia Gleevec, noto in India ed Europa come Glivec. L'ufficio brevetti lo aveva negato con la motivazione che non si tratta di una nuova cura ma di una revisione di un prodotto esistente. La sentenza crea così un precedente, che impedirà alle aziende farmaceutiche internazionali di ottenere nuove brevetti in India per versioni aggiornate di medicinali esistenti, ha spiegato Pratibha Singh, legale della casa produttrice di farmaci generici Cipla. "Le autorizzazioni saranno date solo per invenzioni autentiche, quelle ripetitive non saranno concesse per modifiche minori a prodotti esistenti", ha detto Singh.

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Niscemi, Crocetta revoca l’autorizzazione per la realizzazione del Muos

di Gaetano Liardo - Liberainformazione
 
Il Mous non si farà, parola del Governatore siciliano Rosario Crocetta. Oggi, a margine dell’incontro a Palermo con il Presidente del Senato Pietro Grasso, Crocetta lo ha dichiarato a chiare lettere. Intervenendo a Palazzo D’Orleans ha specificato che l’Assessorato regionale al territorio e ambiente ha revocato l’autorizzazione per la realizzazione del sistema satallitare della marina miliatare statunitense a Niscemi.
Una vicenda, quella che ha colpito il Comune nisseno, vecchia ormai di qualche anno, ricca di polemiche e tenuta in vita dall’attivissimo movimento NoMuos. Un no netto che si è scontrato con la posizione dell’allora Governatore Raffaele Lombardo, la cui giiunta aveva autorizzato i lavori.
Lo scalpore della protesta niscemese, alla quale si è aggiunta quella di centinaia di comitati in tutta la Sicilia, ha allertato il Dipartimento di Stato Usa. Nel febbraio del 2011, sull’onda delle rivelazioni di Wikileaks, il sito americano rese noti alcuni cablogrammi della diplomazia statunitense aventi per oggetto il Muos. Il 15 giugno 2009, J. Patick Thruhn, Console generale a Napoli, scrive a Washington dicendo che al Muos: «Si oppone un gruppo di sindaci locali, che hanno usato con successo i media locali per veicolare congetture – non supportate neanche dagli scienziati coinvolti dagli sindaci come esperti – che l’installazione pone gravi rischi ambientali alla salute della popolazione locale (Nota: U.S. Navy studies, validata dal Ministero della difesa italiano, che evidenziano come le emissioni elettromagnetiche delle antenne sono al di sotto dei limiti italiani e della Ue. Fine Nota)».
Tutt’altro il parere dei Comitati NoMuos, e delle amministrazioni comunali del circondario, che hanno lottato per dimostrare i danni sulla salute che sarebbero derivati dall’installazione del sistema satellitare. Il Muos, inoltre, sarebbe stato installato in contrada Ulmo, all’interno della riserva naturale della Sughereta di Niscemi. Area protetta che, ormai da quasi vent’anni, ospita una base satellitare americana.
Infine, molti interrogativi sono stati sollevati sui lavori per la realizzazione del Muos. L’Amministrazione Usa, responsabile della costruzione della struttura, è svincolata dal rispetto della legislazione antimafia vigente in Italia. Quindi, di fatto, può appaltare lavori a qualsiasi azienda italiana senza richiedere la certificazione antimafia. Una situazione che, da subito, ha attirato gli appetiti delle cosche locali. A sollevare il problema a livello nazionale – dopo le inchieste firmate dal giornalista Giovanni Tizian su La Repubblica e le denunce di studiosi e blogger quali Antonio Mazzeo – il senatore Beppe Lumia ha presentato una dettagliata interrogazione parlamentare il 14 febbraio 2012.
Indirizzata al ministro dell’Interno Cancellieri, il parlamentare siciliano chiede l’intervento dell’esecutivo per bloccare la partecipazione ai lavori di una ditta niscemese ritenuta vicina al boss di Cosa nostra Giancarlo Giugno, recentemente arrestato dalle forze dell’ordine.  «Il Governo regionale – si legge nell’interrogazione – ha più volte sollecitato le autorità americane a mettersi in relazione con le autorità italiane, in particolar modo con la Prefettura di Caltanissetta, per monitorare dettagliatamente la presenza di eventuali imprese mafiose in quest’importante opera, di fatto pubblica, e per far rispettare la legislazione italiana, in termine di normativa antimafia».
Con la presa di posizione di Rosario Crocetta, già sindaco di Gela, comune dirimpettaio a quello di Niscemi che, come molte altre cittadine della zona, avrebbe subito gli effetti elettromagnetici del Muos, una brutta parentesi sembra essersi conclusa.

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