di Girolamo De Michele - Carmilla.
Prima di leggere questo intervento, ascoltate le parole di questo medico, Giuseppe Merico, nella puntata del1 dicembre 2012 di Ambiente Italia (RAI3) [qui:
l'intervista comincia al minuto 01:40]: parla di diossina nel latte
materno, di bambini a cui viene diagnosticato un tumore – della diagnosi di un tumore alla prostata a un neonato di 3 giorni.
È un'intervista rilasciata nei giorni della presentazione del decreto
salva-Ilva (dl 3 dicembre 2012 n. 207 convertito in legge 24 dicembre
2012 n. 231), la legge ad aziendam che consente all'Ilva di
continuare le proprie attività, e sulla quale pende il giudizio della
Corte Costituzionale dopo il ricorso del Tribunale di Taranto. Con le
parole di Adriano Sansa, ex sindaco di Genova e attuale presidente del
Tribunale dei minori del capoluogo ligure (sempre nella stessa puntata
di Ambiente Italia, al minuto 14:40):
«Noi
stiamo accettando collettivamente l'alta probabilità (in diritto si
chiama "dolo eventuale") che alcune persone - non ne conosciamo i volti
ma sappiamo che esistono, a Taranto, adesso, adulti e bambini - si
ammaleranno e moriranno per via di queste emissioni e dell'esenzione che
viene autorizzata».Questo è lo scenario su cui scorrono
le notizie degli ultimi giorni, e in base al quale il governo oggi,
martedì 21 gennaio, emanerà «un provvedimento che consenta di sbloccare
la situazione».
per vedere tutto l'articolo
fonte:
No, non voglio raccontarvi quanti innocenti uccideranno quei 633
miliardi di dollari, non voglio dirvi quanti missili faranno sparare ai
droni che uccidono gente innocente, non intendo addentrarmi nelle
macabre cronache sull'Afghanistan, l'Iraq, la Siria, non voglio starvi a
raccontare delle torture che quei soldi faranno infliggere a gente
innocente nelle prigioni segrete, non sto quì a raccontarvi dei bambini
che piangeranno per l'assassinio dei loro genitori ad opera di qualche
raid israeliano su Gaza con armi americane, non volevo dirvi che in
Sicilia a Niscemi molti si beccheranno il cancro per via del Muos, no
non avevo intenzione di dirvi che per quel budget magari altre ragazze
giapponesi di 14 anni verranno stuprate ad Okinawa.
No ormai tutto questo nel nostro mondo è diventato all'ordine del giorno, non fa nemmeno notizia.
Ma certo gli iraqeni, gli afgani, gli italiani, i giapponesi, i
popoli del mondo non sono dei carciofi e per questo se di quel budget
militare qualcuno inizia a parlarvi come non volevo parlarvi io, ecco
che tutti questi crimini inizieranno pure a fare notizia.
Ed ecco che arriviamo al dunque, a quello che volevo raccontarvi.
Per la prima volta nella storia in quel budget militare c'è una
sezione strana: non ha precedenti nella storia. L'IRIB, il gruppo
radiotelevisivo di una nazione viene ufficialmente colpito dalle
sanzioni del governo americano, tutte le sue trasmissioni devono essere
oscurate, censurate, interrotte come si può, tutti i suoi asset vanno
bloccati, verrà colpito da ritorsioni durissime persino chi collaborerà
con questo gruppo.
Gli Stati Uniti hanno combattutto per anni contro l'Unione Sovietica
una guerra fredda, negli anni dopo il crollo dell'URSS hanno avuto i
loro alti e bassi ma quandomai erano caduti così in basso da dichiarare
ufficialmente di voler zittire la radiotelevisione di un altro paese?
Quegli stessi Usa che ritengono o ritenevano il loro impero mediatico
la loro arma più efficace, che riescono o riuscivano a far credere al
mondo quello che era nel loro interesse, com'è che ora gettano la spugna
dinanzi alla sigla IRIB e sono costretti ad una così clamorosa
ammissione di inferiorità da aggrapparsi alle sanzioni ed alla censura?
Per chi non lo sa IRIB è la sigla di Islamic Republic of Iran
Broadcasting. Quella sigla che timida timida negli ultimi anni ha
scritto le pagine del giornalismo della regione mediorientale ed ha
conquistato la sua rispettabile fetta nel mondo intero.
Oggi chi è che non conosce Press TV, Al Alam, Hispan TV, reti
d'informazione ed intrattenimento con 24 ore di programmi diramati in
tutto il mondo.
In Medioriente le popolazioni musulmane preferiscono i serial tv
iraniani di IFILM ai telefilm osceni di Paesi Arabi e Stati Uniti, in
Bosnia la radio dell'Iran viene pubblicata su banda FM, in Italia il
sito di Radio Italia ormai lo conoscono tutti, il sito della radio
francese iraniana ha oltre un milione di visite al mese, in Germania è
tra i più gettonati. In Indonesia e Malesia è considerato tra i
migliori. L'Iran si esprime oggi nelle più impensabili lingue, oltre ai
soliti inglese, spagnolo, russo...non immaginerete che ci sono anche
giapponese, cinese, turco, curdo, arabo, pashtu, urdu, hindi, swahili,
ebraico; in tutto 35 lingue.
Per la prima volta nella storia dell'imperialismo, della prepotenza,
dell'ingiustizia della politica di questo nostro mondo, gli Stati Uniti
mettono il bavaglio ad una voce contraria e questa volta non potranno
dire che lo fanno per lottare contro il terrorismo, per questioni
umanitarie, per portare la democrazia, non c'è bugia che regga. È chiaro
come il sole che impedire ad una voce di parlare è censura, è paura di
essere contrastati.
L'IRIB costringe per la prima volta nella Storia quell'ipocrisia
personificata che si chiama politica Estera americana ad ammettere di
essere una entità contro la libertà di espressione e la vera democrazia.
E così dietro quella faccia calma di quell'Obama che mercoledì sera
firmava quella nuova legge anti-iraniana, c'era paura, c'era tanta
paura.
C'era paura del "pensiero iraniano" e mai gli Stati Uniti lo avevano
ammesso così palesemente. Perchè da anni a Washington non temono altro
che il pensiero di questo antico popolo mediorientale che inizio' la sua
avventura nel mondo con Ciro; un Ciro che guarda caso e' firmatario
della prima legge di diritti umani della Storia umana.
Nel 1953 il "pensiero" di nazionalizzare il petrolio era apocalittico
ma un certo Mosaddeq lo fece per la prima volta proprio in Iran e
proprio per questo venne rovesciato con un colpo di Stato della Cia.
Agli americani però andò decisamente male quando quel "pensiero" non
venne ucciso dallo Sha fantoccio e nel 1979 milioni di iraniani
gridarono "Ne orientale Ne occidentale" per le strade di Teheran e
l'ambasciata americana a Teheran venne presa da un manipolo di studenti
coraggiosi stufi di avere tra le scatole un covo della Cia.
E il "pensiero iraniano" riuscì a sopravvivere anche all'aggressione
dell'alleato Saddam e poi alle sanzioni che si allungano fino ai nostri
giorni.
Il "pensiero iraniano" diede vita a quel movimento che poi anni dopo
liberò il Libano dall'occupazione israeliana e che oggi è il partito più
forte del paese dei cedri.
Ed il "pensiero iraniano" mise a punto senza l'aiuto di nessuno
l'industria dell'automobile, dell'acciaio, l'estrazione del petrolio, la
produzione di benzina, dei più disparati prodotti industriali moderni.
Ed il "pensiero iraniano" diede i natali al nucleare civile che gli
americani hanno cercato di ostacolare per impedire che il paese che
galleggia su petrolio e gas divenga in futuro una potenza economica
grazie ad immense quantità di energia a basso costo ricavata dal
nucleare.
Ed il "pensiero iraniano" oggi è il 17esimo produttore di Scienza del
globo, il primo in Medioriente, ha fatto registrare il più alto tasso
di aumento di produzione scientifica del mondo.
Ed il "pensiero iraniano" ha appassionato con il cinema di Kiarostami
e Farhadi, con il canto di Shajarian, con i tappeti in ogni salotto
occidentale, con la poesia di Hafez e Rumi, con i discorsi di Khatami ed
Ahmadinejad all'Onu.
Ed è di quel pensiero che Obama ha avuto paura, ancora una volta, quando ha approvato le sanzioni contro l'IRIB.
Il nocciolo di questo pensiero è solo una cosa: "Credi in te
fratello. Per essere grande non c'è bisogno di un padrone che si chiami
Stati Uniti, Banca Mondiale, FMI, o qualsiasi altra cosa. Un popolo che
fa affidamento alle sue forze può farcela, in tutto ed in tutti i sensi.
Basta Dio come Padrone".
Se domani tutti i popoli della Terra si sveglieranno con questo
pensiero in testa non una sola nazione sarà più disposta a fare "il
vassallo" degli Stati Uniti. Obama lo sa e per questo ha paura e cerca
di zittire la voce di questo Iran, cerca di fermare questo pensiero.
Ma il pensiero lo si può ingabbiare? Lo si può murare? Povero Obama.
fonte: